Marmo digitale: dal Discobolo al calciatore

Parte 3: come divenire digitale

La statua in bronzo Coup de tête e in un certo senso anche le altre opere citate in apertura (parte 1) rinviano a una scultura classica che contribuisce alla definizione di quel movimento d’anonimato in cui soggetto e oggetto divengono intercambiabili: il Discobolo di Mirone. Non si tratta di una ressemblance ma di un’interferenza informe. Un’equivalenza imperfetta che nasce e prolifera grazie alla sincronizzazione inattuale del culto moderno del divismo con l’etichettamento postmoderno. La caratterizzazione pur sempre personale, individuale, dell’idolo calcistico s’impone a discapito dell’anonimato atletico del Discobolo. Il calciatore, il suo nome, che si afferma in principio, sembra appartenere ancora all’ordine della rappresentazione, per quanto impossibile, paradossale. Esso appartiene al regime dell’identità, quell’identità fallica che ha i caratteri militari dell’avanzata, dell’imposizione, della conquista, dello slancio. L’anonimato dell’atleta greco, riprodotto in copia romana, dischiude a favore di un sentire impersonale che ne moltiplica l’identità fino ad annullarla, assumendo i caratteri specificamente filosofici del lancio. Immobili e seriali, mutati dal bronzo al marmo, dalla nera finezza al candore incompleto, a distanza di secoli gli atleti classici simili a modelli dello “star system” e dei magazine, hanno perso il nome. Hanno forse avuto anch’essi quindici minuti di fama indiscussa presso un’acropoli che assistendo ai giochi olimpici gridava in subbuglio, nominandoli? Siamo veramente disposti ad accordare uno statuto più reale all’abisso che separa ogni ciò che fu da ogni così volli che fosse? Se ciò che torna è per sempre come il divenire leggero, vi sarà anche una certa pesantezza del caso. Tutto gira, come un cerchio di fuoco e si muove in tondo e gira, gira come una palla che sembra di legno; si lancia un disco di marmo come si tira una Soccer ball di lame e di ferro. Un divenire cosa può essere leggero, imperfetto, astratto, letale. Un colpo di testa o un colpo alla testa, è un gesto di finezza digitale. Mirare alla testa dell’uomo, dell’idolo, o a quella di un nuovo dio, è un’arte perfetta, come tirare il capo di una corda, una corda tesa tra la cosa e l’animale. Trust me.